Il Vanlinden

 


Pubblicato da IRECO, Roma
Una flotta carica con ogni ben di Dio passa indenne Cabo San Antonio all’estremità orientale dell’isola di Cuba.
Poi nel dirigersi verso il Canale della Florida, che porta verso l’oceano aperto, da dove avrebbero
dovuto proseguire per l’Europa, incontrano, si suppone,
una flotta avversaria.
Per sfuggire, l’ultima nave si stacca dal resto della flotta, e perdendo la rotta, finisce per naufragare sui coralli che sfiorano l’isola di Gran Bahama.
Viene ritrovata da un gruppo di sprovveduti che si fanno
fregare da chi era più furbo. Di quella nave rimangono un’ancora e moltissime monete, oggi ancora in vendita presso negozi
specializzati in Florida.

L’aeroporto di Freeport in quegli anni

Il gruppo raccoglie alle belle e meglio quanto può, poi passala mano (vende) ad altri che arrivano con strumenti ed una imbarcazione a fondo piatto munita di un giardino con pianoforte. Una vicenda
dai contorni decisamente  buffi che ha come testimone un relitto ancora oggi sul fondale a sei metri di profondità. La storia si avvolge su se stessa, il gruppo iniziale perde ogni cosa, torna in Florida senza un soldo, chi invece si era occupato delle vicenda, perde tutto. La solita storia di sprovveduti “pirati” moderni. Oggi si possono ancora trovare piccoli oggetti ma il luogo dove è affondata quella nave non è sconosciuto a chi risiede sull’isola.

Raccolta personale

L’ancora è ancora in situ. Attorno si trova qualcosa di molto piccolo, ma sono frammenti